ALTARE DI SANT'ANTONIO
Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari - Venezia
Restauro della pavimentazione in tarsia
dell’altare di Sant’Antonio
- Committente: Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, Venezia
- Progetto: Rest. Elisa Pannunzio
- Direzione Lavori: Soprintendenza Archeologia, Beni Artistici e Paesaggio di Venezia
L’intervento è stato eseguito sulla pavimentazione dell’altare di Sant’Antonio nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari. L’altare di Sant’Antonio è attribuito a Baldassarre Longhena ed è datato 1663, circa. L’importanza dell’altare è chiaramente leggibile nei numerosi materiali lapidei di provenienza archeologica.
La pavimentazione versava in condizioni conservative visibilmente deteriorate a causa di abbondante risalita di umidità e presenza di sali. Il quadro conservativo era ulteriormente compromesso da passati interventi manutentivi durante i quali numerose lastre furono ricollocate su impasti a base di gesso, materiale estremamente controindicato in quanto fonte di solfati.
70 elementi della pavimentazione sono stati distaccati, posti in bagni desalinizzanti di acqua demineralizzata e nuovamente ricollocati su impasti di colofonia a caldo, in perfetta armonia con la peculiare tecnica veneziana. Secondo questa tecnica, la resina vegetale che arrivava copiosamente dall’Oriente, ha carattere idrofobo e forte potere adesivo, consentendo dunque di isolare la pavimentazione dall’umidità.
La pavimentazione versava in condizioni conservative visibilmente deteriorate a causa di abbondante risalita di umidità e presenza di sali. Il quadro conservativo era ulteriormente compromesso da passati interventi manutentivi durante i quali numerose lastre furono ricollocate su impasti a base di gesso, materiale estremamente controindicato in quanto fonte di solfati.
70 elementi della pavimentazione sono stati distaccati, posti in bagni desalinizzanti di acqua demineralizzata e nuovamente ricollocati su impasti di colofonia a caldo, in perfetta armonia con la peculiare tecnica veneziana. Secondo questa tecnica, la resina vegetale che arrivava copiosamente dall’Oriente, ha carattere idrofobo e forte potere adesivo, consentendo dunque di isolare la pavimentazione dall’umidità.